Jamoroquai fa rima con Jay Kay, e non è solo una questione di metrica. La leadership di Jason è assoluta e il carisma che mostra sul palco, rafforzato da quel suo modo di ballare, è più che una prova anche per chi non conosce la sua storia. Si è appena ripreso dalla distorsione alla caviglia che l’ha costretto a cancellare le ultime due date del tour europeo, ma a Villa Contarini sembra in piena forma (è il primo dei tre concerti italiani di luglio). Neanche i problemi dei microfoni di palco, che hanno causato un vistoso ritardo rispetto all’inizio programmato e che non saranno mai risolti del tutto nel corso della serata, hanno più di tanto toccato Jay Kay. Conoscendo il personaggio, la sua generosità è davvero sorprendente: autografa continuamente dischi, magliette, asciugamani, bandiere, il tutto senza mai interrompere l’esibizione – solleva addirittura sul palco un ragazzino per fargli assaporare qualche attimo di adrenalina.
La band è quella del tour indoor. Specialmente le tre coriste e i tre fiati sembrano far lievitare la qualità della performance. Se poi parte Cosmic Girl come si fa a stare fermi? C’è molto spazio per i brani del suo ultimo disco (Rock Dust Light Star), da Blu Skies a Hurtin passando per il primo singolo White Knucle Ride, che strizza l’occhio agli anni Settanta mentre chiude il concerto insieme a Feels Just Like It Should. Chi si aspettava la sfilata di cappelli eccentrici è rimasto deluso: Jay si è presentato con un semplice borsalino nero ed è rimasto così per tutto il concerto. Ma l’unica nota davvero stonata l’ha “regalata” l’impianto audio: equalizzazione nulla, bassi esagerati, e schermi video con una definizione molto approssimativa. (Tommaso Perandin)
Foto Jamiroquai Piazzola sul Brenta 21 luglio 2011
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