C’era grande attesa per l’ultimo concerto in Italia dei Mötley Crüe. La leggendaria band di Los Angeles si è esibita a Milano per l’unica data del Final Tour che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe porre fine alla loro attività dal vivo.
Detto che i ritiri nel mondo della musica sono sempre relativi, e che i reunion tour rimangono dietro l’angolo per chiunque, lo show di ieri sera di Vince Neil e compagni dal punto di vista dello spettacolo è stato mostruoso. Sono stato a diversi concerti al Forum in questi anni, tuttavia una produzione come quella portata dai Crüe non si era forse mai vista (Kiss inclusi): a parte un palco enorme con relativo impianto luci esagerato, oltre a fiamme ed esplosioni d’ordinanza ad accompagnare ogni pezzo, alle pedane mobili sputafuoco che nel finale hanno issato e portato in mezzo al pubblico Vince e Nikki Sixx, ciò che ha sconvolto il pubblico è indubbiamente stato il Crüecifly, gigantesco rollercoaster di Tommy Lee.
Il batterista della band, meglio conosciuto dai non rockettari come ex marito di Pamela Anderson, a metà serata ha percorso il tragitto palco-mixer (posto a metà parterre) sospeso a mezz’aria roteando di 360° con l’intero kit. Delle montagne russe in piena regola, che lo hanno portato in mezzo alla folla mentre pestava come un ossesso sopra un nastro che raccoglieva un medley elettro-rock con pezzi di Beastie Boys, Black Sabbath, Led Zeppelin e altre tamarrate EDM. Un evento nell’evento in pratica. Non che Tommy sia nuovo a fare questo genere di numeri con la batteria, tuttavia questa volta si è superato: “Posso dirvelo Milano, ho sognato di avere questo fottuto tipo di rollercoaster per tutta la mia vita e ora ce l’ho fatta!”, ha detto mentre si dimenava contenuto dalla struttura.
Vero, di musica fino a questo momento abbiamo parlato poco. Facciamolo. La durata del concerto è stata all’incirca di un’ora e quarantacinque minuti. I brani in scaletta erano tutte hit: dall’apertura con Girls, Girls, Girls e Wild Side fino agli inni Shout At The Devil, Looks That Kill e Live Wire, il pubblico ha cantato tutti i ritornelli di canzoni che hanno segnato sia la scena hard & heavy sia (maggiormente) quella glam metal negli anni Ottanta. Dopo le conosciutissime Dr. Feelgood e Kickstart My Heart, la band si è spostata su un piccolo palco allestito dietro al mixer, per concludere con Home Sweet Home la propria performance.
Gigantesco karaoke a parte, è giusto segnalare che il peso degli anni si è clamorosamente fatto sentire per il cantante Vince Neil. Per quanto abbia provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ha sempre chiesto l’aiuto del pubblico sulle parti più impegnative, risultando in difficoltà quando le note diventavano troppo alte. Intendiamoci, i Crüe non hanno mai fatto della perizia esecutiva il loro punto di forza. Fisicità e immediatezza sono da sempre le loro caratteristiche fondamentali. Commovente in questo, l’impegno del chitarrista Mick Mars. Afflitto dalla spondilite anchilosante cronica, il musicista non si è mai tirato indietro: seppur con evidenti difficoltà motorie, ha continuato in ogni concerto a macinare i riff che hanno contribuito in modo determinante all’affermazione dei Motley nel panorama musicale.
Alice Cooper è stato infine la ciliegina sulla torta di una serata divertentissima. L’icona dello shock rock anni Settanta non ha perso nulla in termini d’impatto e teatralità rispetto agli anni d’oro. Sul palco, insieme a lui, una band dirompente, dove spiccava la biondissima chitarrista Nita Strauss, conosciuta nell’underground per il suo ruolo all’interno delle Iron Maidens, tributo femminile alla celebre band britannica. Alice ha portato a Milano tutto il proprio armamentario grandguignolesco d’ordinanza: spazio quindi a spade, serpenti, mannaie da macellaio e ghigliottine. Poco più di quarantacinque minuti durante i quali No More Mr. Nice Guy, I’m Eighteen, Poison e School’s Out (con tanto di citazione ad Another Brick in the Wall Part 2 dei Pink Floyd) hanno fatto cantare all’unisono il già gremito palazzetto. Una splendida conferma per un 67enne che è, ancora oggi, in perfetta forma.
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